La paura e la forza del cambiamento.

Mai come quest’anno l’autunno sembra davvero volerci insegnare a lasciare andare. Sono giorni complessi e confusi, densi, intensi, faticosi e ricchi: sia a livello personale che professionale stiamo, noi per primi, facendo i conti con la paura del cambiamento, con il dolore della separazione.

Ci capita di attaccarci a quell’illusoria speranza che tutto possa rimanere com’è, cristallizzato nel tempo, che il nostro viaggio possa assomigliare a una tranquilla crociera, in un mare sereno, con il vento in poppa.
E invece arrivano le tempeste, arrivano le persone che scompaiono all’improvviso, arrivano le raffiche di vento inaspettate, arrivano le domande difficili, a cui non si sa rispondere, arrivano le decisioni complesse da dover prendere e le strategie da dover riformulare.

Sono giorni di respiri profondi, a pieni polmoni, che facciamo per risentire un contatto dentro di noi. Ma, soprattutto, sono giorni di sguardi dolci e forti, che ci scambiamo continuamente, perché possano dare forza, conforto, speranza. Sono sguardi che ci ancorano l’uno all’altro, che ci legano indissolubilmente.

Perché quando affrontiamo un cambiamento abbiamo bisogno di sentire quello che c’è e che rimane. Come gli alberi in autunno: per lasciare andare le foglie dobbiamo avere radici forti.

Il cambiamento può essere elettrizzante, ma anche spaventoso; può essere voluto, oppure indesiderato e inaspettato, ma di sicuro quello che sappiamo è che il cambiamento è una costante delle nostre vite. Che con lui devono fare i conti i nostri sogni, i progetti, le speranze, le paure.

Di tutto ciò che oggi compone la nostra vita non sappiamo cosa rimarrà anche domani. E questa consapevolezza ci invita a due riflessioni.

La prima è che abbiamo bisogno di considerare un regalo tutto quello che c’è. A sentirci addosso, ogni giorno, la gioia per il mondo che ci siamo costruiti attorno.

La seconda è di cercare per noi sguardi forti e dolci, che ci facciano sentire che il cambiamento sì, lo dovremo affrontare, ma lo faremo con degli alleati accanto a noi.

E questo ci tocca tutti, nelle vite personali ma anche sul lavoro, in un momento di rivoluzioni epocali, di mercati in grande crisi, di cambiamenti annunciati e attesi.

Costruiamo team che si sappiano guardare negli occhi, che sappiano darsi fiducia, forza, coraggio. È solo col coraggio di guardare avanti che potremo affrontare il cambiamento con curiosità, e non solo con paura.

Costruiamo team che abbiano voglia di mettersi per mare, alla ricerca di mete inesplorate, con lo sguardo desideroso di scoprire il nuovo, perché sicuri del loro essere insieme, del loro essere squadra, del loro sapere affrontare il cambiamento, tenendosi per mano.

Buon mare, e buon vento.